Sperare non è un mero atto di ottimismo, come quando a volte auspichiamo di superare un esame all’università («Speriamo di farcela») oppure ci auguriamo bel tempo per la gita fuoriporta in una domenica di primavera («Speriamo faccia bel tempo»). No, sperare è attendere qualcosa che ci è già stato donato: la salvezza nell’amore eterno e infinito di Dio. Quell’amore, quella salvezza che danno sapore al nostro vivere e che costituiscono il cardine su cui il mondo rimane in piedi, nonostante tutte le malvagità e le nefandezze causate dai nostri peccati di uomini e di donne.
Sperare è assaporare la meraviglia di essere amati, cercati, desiderati da un Dio che non si è rintanato nei suoi cieli impenetrabili ma si è fatto carne e sangue, storia e giorni, per condividere la nostra sorte.
In preghiera…
Signore mio Dio,
mia Unica Speranza,
esaudiscimi e fà sì
che non cessi di cercarTi per stanchezza
ma cerchi sempre la Tua faccia con ardore.
Dammi Tu la forza per cercare,
Tu che hai fatto sì, di essere trovato
e mi hai dato la speranza di trovarTi
con una conoscenza sempre più perfetta.
Davanti a Te sta la mia forza e la mia debolezza:
conserva quella, guarisci questa.
Davanti a Te sta la mia scienza e la mia ignoranza:
dove mi hai aperto, ricevimi quando entro;
dove mi hai chiuso, aprimi quando busso.
Fà che mi ricordi di Te,
che comprenda Te, che ami Te.
Amen.
(Sant’Agostino)
Audio dell’omelia di p. Enzo Smriglio